Il Flag dello Stretto intende andare oltre la semplice ricerca di effetti a breve termine sulle conseguenze economiche, sociali e ambientali dell’esaurimento del patrimonio ittico. Il suo scopo è
di permettere alle comunità, che vivono di pesca, di creare nuove e sostenibili fonti di reddito e di migliorare la qualità della vita. Per conseguire l’obiettivo viene rafforzata l’autonomia
delle popolazioni locali fornendo gli strumenti e le risorse per mettere a punto le soluzioni più adatte alle specifiche esigenze reali.
La missione è quella di stimolare il pescatore a diventare imprenditore della pesca, intendendo una figura in grado di generare un vantaggio competitivo grazie ad un alto livello di efficienza
ottenuto dal legame tra la propria esperienza e professionalità con l’organizzazione di tutti i fattori produttivi. Per cui il nuovo pescatore, dinamico e creativo, è propenso ad intraprendere
nuove attività che includano l’innovazione delle tecniche a bordo e il completamento a terra delle fasi della filiera, con particolare riguardo alle politiche di valorizzazione del pescato.
Notevole attenzione si presta alla realizzazione di infrastrutture adeguate per il commercio dei prodotti ittici sulle aree pubbliche (street food, friggitorie).
Favorire il rispetto dei requisiti igienico-sanitari delle strutture ambulanti diventa un elemento molto importante per garantire la salubrità dei prodotti ittici, che deve, altresì, essere
garantita già sull’imbarcazione attraverso anche i sistemi di conservazione atti a garantire il mantenimento della catena del freddo.
Uno spunto di riflessione è offerto dagli incontri con i pescatori circa l’attività di pulizia del mare, inevitabilmente svolta rimettendoci, in alcuni casi, il costo delle loro attrezzature, che
andrebbe opportunamente incentivata attraverso adeguati interventi. In questo contesto diventa utile ampliare i processi partecipativi per valutare le esigenze degli operatori e proporre di
concerto le soluzioni ottimali, fra cui, ad esempio, tener conto della consapevolezza della tutela del mare da parte degli operatori, che potrebbe rappresentare un elemento di notevole
importanza, al fine di incentivare azioni di diversificazione remunerative. Oppure valutare opportunità in termini di diversificazione del reddito quali l’ittiturismo e il pescaturismo.